La
storia è quella di un uomo che viaggia non per necessità ma per amore. Amore
della vita.
Ma la vita è quella piena e densa di ogni emozione e
dunque Zorba incanta la fame, la tristezza, la povertà, la morte ma anche la
gioia, quella intensa che nasce dagli eventi più piccoli: il sorriso di un
bambino, gli occhi di una donna, l’odore del mare, la Luna piena…
Questo uomo, Zorba, nasce lontano, nella Creta arcaica
di fine Ottocento, dalla fantasia di uno scrittore greco, Nikos Kazantzakis,
Zorba però non si ferma tra le pagine del suo libro, ma arriva fino a Hollywood
e diventa un film. Impersonato da Anthony Quinn, Zorba il greco diviene mito. Ma
non si ferma ancora. Noi da bambini lo abbiamo solo immaginato, perché capirlo
era impossibile, ma si vedeva dalle facce dei grandi che era un tipo simpatico.
Poi è diventato un vecchio saggio, - più saggio che vecchio – e ha incontrato
Fabio Scibetta in una notte di agosto, sotto la Luna piena. Con Fabio, Zorba è
arrivato in Sicilia, in un’epoca imprecisata, in un luogo imprecisato, anche se
qualche segno ce lo fa collocare alla fine dell’Ottocento (cioè alla sua epoca)
e lì Zorba ha incontrato altri miti, uomini meno solari di lui cui Zorba non ha
potuto che lasciare qualcosa di buono e di bello in eredità: la voglia di
vivere e il piacere di essere vivi.
Rosso Malpelo così ha viaggiato – lui pure – dalle
pagine verghiane al palcoscenico di Scibetta e finalmente ha imparato a
sorridere.
Il Ciaula di Pirandello, un altro minatore letterario,
fa capolino in questo spettacolo: solo un’uscita, una piccola comparsata ma
molto evocativa perché tutto in questo testo ruota intorno alla Luna.
E’ la Luna la vera protagonista.
Ma allora perché la Luna è di zolfo?
…
Lo zolfo non come elemento degli inferi, o comunque
non solo. Zorba certo è un po’ mefistofelico, ma lo zolfo che respira è quello
reale, puzzolente, l’odore della terra che ha incontrato, l’odore che si
portano addosso i minatori e anche Rosso. Ma lo zolfo è anche colore, la luce
di limone e grano violentemente maturo sotto il sole di una Sicilia ormai immaginaria,
che però proviene dalle viscere della terra e Rosso, che alla terra è
incatenato, lo immagina valido anche per la Luna. Grande,
luminosa, paradossalmente tangibile proprio grazie alla sua irraggiungibilità.
Sarà Zorba a togliere quel puzzo luciferino per darle una luce d’oro, di miele
e di grano biondo.
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